In un’epoca sempre più connessa e digitale, i reati informatici stanno diventando una preoccupazione crescente. Tra questi, uno dei più rilevanti è l’accesso abusivo a sistemi informatici, disciplinato dall’articolo 615-ter del Codice Penale italiano. Questo crimine si verifica quando una persona si introduce, senza autorizzazione, in un sistema informatico protetto da misure di sicurezza, o vi si mantiene contro la volontà di chi ha il diritto di escluderla. Ma cosa significa, nel dettaglio, commettere questo reato? E quali sono le conseguenze giuridiche? Approfondiamo l’argomento e vediamo anche le strategie difensive che possono essere adottate in caso di accusa.

Che cos’è l’accesso abusivo a sistemi informatici?
L’accesso abusivo a sistemi informatici è disciplinato dall’articolo 615-ter del Codice Penale italiano, che punisce chiunque si introduca abusivamente in un sistema informatico o telematico protetto da misure di sicurezza, o vi si mantenga contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo. Questo reato tutela la riservatezza e l’integrità dei sistemi informatici, proteggendo sia le informazioni contenute sia le infrastrutture tecnologiche.
Le Sanzioni Previste
Le pene per l’accesso abusivo a un sistema informatico variano in base alla gravità del reato e alle circostanze aggravanti:
- Reclusione fino a tre anni per chi si introduce abusivamente in un sistema informatico protetto.
- Reclusione da due a dieci anni se il fatto è commesso:
- da un pubblico ufficiale o da un incaricato di un pubblico servizio, con abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti alla funzione o al servizio;
- da chi esercita anche abusivamente la professione di investigatore privato, o con abuso della qualità di operatore del sistema;
- con uso di minaccia o violenza sulle cose o alle persone, ovvero se l’agente è palesemente armato;
- se dal fatto deriva la distruzione o il danneggiamento, ovvero la sottrazione, anche mediante riproduzione o trasmissione, o l’inaccessibilità al titolare del sistema o l’interruzione totale o parziale del suo funzionamento, ovvero la distruzione o il danneggiamento dei dati, delle informazioni o dei programmi in esso contenuti.
- Reclusione da tre a dieci anni se i fatti riguardano sistemi informatici o telematici di interesse militare o relativi all’ordine pubblico, alla sicurezza pubblica, alla sanità, alla protezione civile o comunque di interesse pubblico.
È importante notare che, nel caso previsto dal primo comma, il delitto è punibile a querela della persona offesa; negli altri casi si procede d’ufficio.
Strategie Difensive – Avvocato Penalista Milano
Affrontare un’accusa di accesso abusivo a sistemi informatici richiede una difesa legale accurata e strategica. Alcune possibili linee difensive includono:
- Consenso dell’amministratore del sistema: Dimostrare di aver ottenuto il consenso, esplicito o implicito, dell’amministratore del sistema o di una persona autorizzata può escludere la responsabilità penale.
- Mancanza di misure di sicurezza efficaci: Se il sistema informatico non era protetto da misure di sicurezza adeguate, potrebbe essere difficile qualificare l’accesso come “abusivo”.
- Assenza di dolo (intenzione): Se l’accesso al sistema è avvenuto senza la consapevolezza di violare una barriera di sicurezza, ad esempio per errore o malinteso, potrebbe mancare l’elemento soggettivo del reato.
- Prove insufficienti: Mettere in discussione l’integrità delle prove raccolte può portare all’archiviazione del caso, soprattutto se non vi è una chiara connessione tra l’imputato e l’accesso non autorizzato.
La Difesa Legale – Avvocato Penalista Alessandro Salonia
Affrontare accuse di accesso abusivo a sistemi informatici è complesso e richiede l’assistenza di un avvocato esperto in reati informatici. Lo Studio Legale Avvocato Alessandro Salonia, con sede a Milano, offre consulenza specializzata in diritto penale informatico, fornendo assistenza personalizzata per tutelare al meglio i diritti dei propri clienti.
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