Analisi della sentenza della Corte di Cassazione n. 20352 del 23 maggio 2024
Vicenda e oggetto della decisione
Fotografare le parti intime senza il consenso è violenza sessuale- Scattare foto intime senza consenso configura violenza sessuale. La sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Penale III, n. 20352 del 23 maggio 2024, affronta un caso complesso di violenza sessuale aggravata. L’imputato è stato accusato di aver scattato fotografie intime alle vittime dopo averle rese incoscienti somministrando benzodiazepine senza consenso. Il caso ha posto una questione di diritto relativa alla qualificazione giuridica di tali condotte come violenza sessuale ai sensi dell’art. 609-bis del codice penale.

Principio di diritto
La Corte di Cassazione ha stabilito che:
- Gli atti sessuali comprendono tutte le condotte che invadono la libertà sessuale della vittima, incluse quelle indirette o mediate da strumenti, come lo scatto di fotografie intime.
- Il reato di violenza sessuale si configura anche in assenza di contatto fisico diretto, qualora la condotta sia invasiva e costrittiva, violando l’integrità sessuale della persona offesa.
- Il consenso deve essere presente al momento dell’atto e riferirsi alle sue modalità specifiche; un eventuale consenso prestato in precedenza non è rilevante per escludere la responsabilità penale.
Disposizioni normative coinvolte – Avvocato Penalista Milano
- Art. 609-bis c.p.: punisce la costrizione a compiere o subire atti sessuali mediante violenza, minaccia o abuso di autorità, oppure approfittando di una condizione di inferiorità fisica o psichica della vittima.
- Art. 609-septies c.p.: disciplina i casi di procedibilità d’ufficio per i reati di violenza sessuale connessi ad altri delitti procedibili d’ufficio.
Commento alla decisione – Avvocato Penalista Alessandro Salonia
La Suprema Corte ha adottato una linea interpretativa ampia, includendo tra gli atti sessuali anche quelli mediati da strumenti e fotografie scattate senza consenso. Questa decisione riflette un approccio moderno che tiene conto della crescente diffusione di reati legati all’uso delle tecnologie.
L’attenzione alla libertà sessuale è ulteriormente rafforzata dalla precisazione che ogni atto compiuto in assenza di consenso, anche tacito, integra il reato di violenza sessuale. Il caso mostra, inoltre, come l’invasività delle condotte non richieda necessariamente un contatto fisico diretto per configurare una lesione della sfera sessuale della vittima.
Implicazioni pratiche
- Tutela ampliata: Il concetto di violenza sessuale viene esteso anche a forme indirette di aggressione.
- Giurisprudenza innovativa: La sentenza costituisce un precedente importante per affrontare reati commessi tramite strumenti tecnologici.
Il reato di violenza sessuale, anche nella forma aggravata, rappresenta una grave lesione della libertà e dell’integrità sessuale della vittima. Per una consulenza legale qualificata su casi analoghi, contatta lo Studio Legale Avvocato Penalista Alessandro Salonia del Foro di Milano, è a disposizione per offrire supporto professionale e personalizzato.