Corteggiamento assillante e Stalking
Il corteggiamento assillante è Stalking. Così ha deciso la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 3875 del 30 gennaio 2025, che ha confermato la condanna di un imputato per il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.), stabilendo che il corteggiamento insistente e non gradito può integrare il reato di stalking.
Il caso affrontato evidenzia come attenzioni ripetute e ossessive, se non corrisposte, possano generare nella vittima un perdurante stato d’ansia e costringerla a modificare le proprie abitudini di vita.

Il reato di stalking nell’ordinamento italiano
Testo dell’art. 612-bis c.p.
“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, è punito con la reclusione da un anno a sei anni e sei mesi chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita.
La pena è aumentata se il fatto è commesso dal coniuge, anche separato o divorziato, o da persona che è stata legata da relazione affettiva alla persona offesa. La pena è aumentata fino alla metà se il fatto è commesso ai danni di un minore, di una donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità.”
Dunque, affinché si configuri il reato di atti persecutori, è necessario che la condotta dell’agente:
- Sia reiterata nel tempo;
- Causi uno stato di ansia o di paura nella vittima;
- Obblighi la vittima a modificare le proprie abitudini di vita.
Il caso giudiziario: condanna per stalking
1. I fatti contestati
L’imputato è stato condannato per aver perseguitato la vittima tra aprile 2018 e marzo 2021, con comportamenti ossessivi e invasivi, tra cui:
- Invio incessante di messaggi e email, anche dopo il divieto di comunicazione imposto dal giudice;
- Appostamenti nei pressi dell’abitazione e del luogo di lavoro della vittima;
- Contatti indesiderati, inclusi citofonate e presenze sotto casa della persona offesa;
- Tentativi di incontro e sorveglianza delle attività quotidiane della vittima.
2. Gli effetti sulla vittima – Avvocato penalista Milano
La donna ha dichiarato di aver modificato le proprie abitudini di vita, evitando di uscire da sola e facendosi accompagnare fino al portone di casa per paura di incontrare l’imputato.
La Corte ha ritenuto che questo cambiamento fosse sufficiente per configurare il reato di stalking, in quanto la vittima si trovava in una situazione di costante ansia e preoccupazione.
Quando il corteggiamento diventa stalking
1. Differenza tra corteggiamento e stalking
Non tutti i tentativi di corteggiamento costituiscono stalking. Tuttavia, la giurisprudenza ha chiarito che un comportamento insistente e non gradito può trasformarsi in reato penale quando:
- È ripetuto nel tempo, nonostante il rifiuto della vittima;
- Genera ansia, paura o un senso di oppressione nella persona offesa;
- Obbliga la vittima a modificare le proprie abitudini di vita per evitare l’agente.
2. Il principio stabilito dalla Cassazione
La sentenza n. 3875/2025 conferma un orientamento ormai consolidato:
“Anche un corteggiamento insistente e pressante può costituire stalking se provoca ansia e costringe la vittima a modificare le proprie abitudini di vita.”
Dunque, anche in assenza di minacce dirette, un comportamento ossessivo può integrare il reato di atti persecutori, punito con la reclusione fino a sei anni e sei mesi.
La decisione della Cassazione – Avvocato pernalista Alessandro Salonia
1. Il rigetto del ricorso dell’imputato
L’imputato ha contestato la condanna sostenendo che i suoi messaggi fossero semplici espressioni di affetto e che la sua intenzione non fosse persecutoria. Tuttavia, la Corte ha sottolineato che:
- La vittima aveva chiaramente manifestato il proprio rifiuto;
- L’imputato aveva persistito per anni, nonostante i numerosi segnali di disinteresse;
- Le attenzioni ricevute avevano generato nella vittima ansia e timore, portandola a cambiare la propria routine quotidiana.
2. La mancata derubricazione del reato
La difesa aveva chiesto che il reato fosse derubricato a molestie (art. 660 c.p.), ma la Cassazione ha confermato la sussistenza dello stalking, poiché:
- Il comportamento dell’imputato era ripetuto e pressante;
- La vittima aveva subito un grave impatto psicologico;
- La modifica delle abitudini di vita della persona offesa era sufficiente per confermare la condanna.
Corteggiamento assillante e stalking – protezione delle vittime
La sentenza della Cassazione rappresenta un importante riferimento per la tutela delle vittime di atti persecutori. Ribadisce che il corteggiamento insistente e non gradito può essere penalmente rilevante, con conseguenze gravi per l’autore del reato.
Se sei vittima di stalking
Se ritieni di essere vittima di comportamenti persecutori, è importante:
– Raccogliere prove (messaggi, e-mail, registrazioni);
– Denunciare tempestivamente il fatto alle autorità;
– Richiedere un’ordinanza di protezione;
– Consultare un avvocato penalista per assistenza legale.
Le vittime di stalking hanno diritto al gratuito patrocinio
Un aspetto fondamentale da ricordare è che le vittime di stalking hanno diritto al gratuito patrocinio a spese dello Stato, indipendentemente dal reddito. Questo significa che chi subisce atti persecutori può ottenere assistenza legale senza dover sostenere alcun costo.
Il gratuito patrocinio consente alle vittime di:
– Presentare denuncia con il supporto di un avvocato esperto;
– Richiedere misure di protezione, come il divieto di avvicinamento;
-Costituirsi parte civile nel processo penale per ottenere un risarcimento.
Se ritieni di essere vittima di stalking, non esitare a chiedere aiuto: la legge ti tutela e ti garantisce l’accesso alla giustizia senza spese.
Hai bisogno di assistenza legale?
Se sei vittima di atti persecutori o vuoi difenderti da un’accusa di stalking, rivolgiti allo Studio Legale dell’Avvocato Penalista Alessandro Salonia del Foro di Milano, esperto in reati contro la persona e diritto penale. Contattaci per una consulenza specializzata.