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Chiedere risarcimento con minacce è estorsione

    Chiedere risarcimento con minacce è estorsione, la Cassazione ribadisce il divieto di giustizia privata

    È estorsione minacciare il ladro per ottenere un risarcimento

    Cass. pen., sez. II, ud. 25 marzo 2025 (dep. 1 aprile 2025), n. 12497

    Chiedere risarcimento con minacce è estorsione. La Suprema Corte è intervenuta con fermezza su un caso di giustizia “fai da te” che ha visto come protagonista una donna condannata per estorsione aggravata. Dopo aver subito il furto di due telefoni, la donna aveva preteso dal presunto autore del furto una somma di denaro a titolo di risarcimento, impiegando minacce e violenza per ottenerla.

    La Corte di cassazione ha escluso che si potesse parlare di esercizio arbitrario delle proprie ragioni (art. 393 c.p.), chiarendo che tale condotta rientra pienamente nel reato di estorsione previsto all’art. 629 c.p., aggravata dal metodo violento utilizzato.

    Chiedere risarcimento con minacce è estorsione - Avvocato penalista Milano - Avvocato penalista Alessandro Salonia

    Il principio di diritto – Chiedere risarcimento con minacce è estorsione

    È stato stabilito che:

    “Va inquadrata nella fattispecie dell’estorsione, e non in quella dell’esercizio arbitrario delle proprie ragioni, la condotta di chi, anziché denunciare all’autorità il presunto autore di un furto, richieda a quest’ultimo, con violenza o minacce, la restituzione del profitto del reato”.

    Pertanto, anche qualora l’intento fosse stato quello di ottenere un risarcimento per un danno effettivamente subito, l’uso della forza priva l’azione di qualsiasi giustificazione giuridica.

    Il fatto – Avvocato Penalista Milano

    Nel caso in esame, la ricorrente era stata condannata dalla Corte d’appello di Milano per aver costretto un uomo, sospettato di averle rubato due telefoni, a consegnarle una somma di denaro. La difesa aveva tentato di qualificare l’azione come un esercizio arbitrario di un proprio diritto. Tuttavia, l’assenza di una verifica giudiziaria sul presunto furto ha fatto cadere tale tesi.

    La Cassazione ha sottolineato come l’azione fosse aggravata dal fatto che la richiesta di denaro risultava, in realtà, legata a una precedente cessione di stupefacenti. Ma anche tralasciando questo aspetto, il principio giuridico rimane valido: nessuno può farsi giustizia da sé attraverso mezzi coercitivi.

    Spiegazione normativa: estorsione ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni

    Articolo 629 c.p. – Estorsione

    Secondo l’articolo 629 del codice penale, si ha estorsione quando qualcuno, con violenza o minaccia, costringe un altro a fare o tollerare qualcosa, al fine di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto.
    Pena prevista: reclusione da cinque a dieci anni e multa da € 1.000 a € 4.000.

    Articolo 393 c.p. – Esercizio arbitrario delle proprie ragioni

    L’articilo 393 del codice penale punisce chi, al fine di esercitare un proprio diritto, si fa ragione da sé, utilizzando violenza sulle cose o sulle persone.
    Pena prevista: se con violenza alle persone, reclusione fino a due anni.

    Differenza sostanziale: per applicare l’art. 393 c.p., è necessario che l’agente agisca per tutelare un diritto effettivo, in modo non meramente arbitrario. In assenza di un accertamento ufficiale del danno, tale diritto non può essere considerato giuridicamente fondato.

    Conclusioni – Avvocato Penalista Alessandro Salonia

    La sentenza n. 12497/2025 della Cassazione rappresenta un importante monito contro ogni forma di giustizia privata. Il cittadino che subisce un reato deve rivolgersi alle autorità competenti. Agire autonomamente con minacce o violenza non solo non è legittimo, ma integra a sua volta un reato grave come l’estorsione.

    Lo Studio Legale Avvocato Alessandro Salonia del Foro di Milano offre consulenza legale qualificata in materia di estorsione, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e reati contro il patrimonio. Per assistenza professionale e riservata, è possibile contattare lo Studio.