Truffa su carta ricaricabile
Introduzione – Avvocato Penalista Milano
Truffa su carta ricaricabile. Con la sentenza n. 25992/2025, la Corte di Cassazione affronta una questione rilevante in tema di truffe informatiche: il criterio per individuare il locus commissi delicti quando il profitto illecito si realizza tramite accredito su carta ricaricabile dotata di IBAN. Il caso offre spunti preziosi per comprendere le dinamiche di competenza territoriale nei reati digitali, oggi sempre più frequenti.

Il fatto
L’imputato era stato condannato in primo grado per truffa aggravata (art. 640 c.p.), accusa confermata in appello. Aveva indotto la vittima, con artifizi e raggiri, a effettuare una ricarica su carta prepagata Genius collegata a conto corrente, per un totale di quasi 4.000 euro. La difesa ha eccepito l’incompetenza territoriale, sostenendo che la truffa si fosse consumata a Roma, dove era localizzato il conto corrente collegato alla carta.
Il principio di diritto – Avvocato penalista MIlano
La Cassazione accoglie il ricorso e stabilisce che:
“Attraverso il pagamento a mezzo di carta ricaricabile collegata a conto corrente a cui fa riferimento un autonomo IBAN, si realizza un’operazione assimilabile ad un bonifico bancario […]. Il reato si consuma nel luogo in cui si trova il conto di destinazione, fisicamente individuabile, e dove l’agente consegue l’ingiusto profitto.”
Questo principio ribalta l’approccio di alcuni giudici di merito, che facevano riferimento al luogo di disposizione del pagamento. La Suprema Corte precisa invece che l’accredito su conto corrente è elemento determinante per individuare il luogo di consumazione del reato, essendo questo il momento in cui l’agente ottiene concretamente il profitto.
Implicazioni processuali
La Corte annulla le sentenze precedenti, ritenendo fondata l’eccezione di incompetenza territoriale: la competenza spetta al Tribunale di Velletri, luogo in cui è situata la filiale bancaria che gestisce il conto collegato alla carta ricaricata.
Questo orientamento assume particolare rilievo per la giurisprudenza sulle truffe online, consolidando un criterio chiaro per i casi in cui il pagamento venga effettuato su strumenti dotati di IBAN e legati a conti correnti bancari.
Norme coinvolte – Avvocato Penalista Alessandro Salonia
- Art. 640 c.p. – Truffa: punisce chiunque, con artifizi o raggiri, induca taluno in errore procurandosi un ingiusto profitto con altrui danno. Pena: reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa da 51 a 1.032 euro.
- Art. 8 e 9 c.p.p. – Competenza per territorio.
- Art. 99 c.p. – Recidiva.
Truffa su carta ricaricabile
Una truffa su carta ricaricabile è una forma di raggiro in cui il truffatore induce la vittima, con falsi pretesti (ad esempio finti annunci di vendita online o richieste urgenti di denaro), a versare somme di denaro su una carta prepagata intestata a terzi. Queste carte, spesso dotate di IBAN e collegate a un conto corrente, permettono al truffatore di riscuotere l’importo con facilità, mantenendo spesso l’anonimato o l’interposizione di prestanome.
Tali truffe sono diffuse perché sfruttano la semplicità dei trasferimenti elettronici e l’illusione di una transazione sicura. Tuttavia, l’uso di carte con IBAN consente oggi di tracciare il luogo fisico del conto e quindi individuare con più precisione il reato e la competenza territoriale.
Assistenza legale qualificata
Lo Studio Legale Avvocato Alessandro Salonia è specializzato in diritto penale e offre assistenza qualificata in materia di reati di truffa e frodi informatiche. In casi di contestazioni relative a strumenti di pagamento elettronici, è fondamentale affidarsi a un Avvocato Penalista Milano con comprovata esperienza nel settore.
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