Commento alla Sentenza Cass. Pen. Sez. VI, 06/03/2019, n. 17461
Introduzione al Caso
La sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 17461/2019 affronta un tema cruciale per la configurazione del reato di simulazione di reato, disciplinato dall’art. 367 del codice penale. Il caso in oggetto vedeva coinvolti due imputati accusati di aver falsamente denunciato il furto di una valigetta contenente un’arma da fuoco, simulando le tracce del reato. La Corte si è espressa sull’importanza della verosimiglianza della denuncia e sull’effettiva possibilità che essa attivi un procedimento penale.

Vicenda Oggetto della Sentenza – Avvocato Penalista Milano
Gli imputati avevano denunciato il furto di una valigetta con una pistola, simulando l’effrazione di un’auto. Tuttavia, la denuncia è stata considerata inverosimile dagli inquirenti, che hanno immediatamente sospettato i denuncianti. Le indagini, avviate per verificare la veridicità del furto, hanno portato all’accusa di simulazione di reato. La Corte d’Appello di Cagliari aveva assolto gli imputati, ma la Cassazione ha annullato questa decisione, sottolineando che la verosimiglianza della denuncia deve essere valutata al momento della sua presentazione.
Principio di Diritto
La Corte ha ribadito che il reato di simulazione di reato, configurabile ai sensi dell’art. 367 c.p., è un reato di pericolo. La falsa denuncia deve determinare l’astratta possibilità di attivare un’indagine, indipendentemente dal fatto che gli inquirenti si siano fatti ingannare o meno. Non sussiste il reato solo se l’inverosimiglianza della denuncia appare evidente “prima facie”, escludendo la possibilità di iniziare un procedimento penale. Questo principio è stato già espresso in precedenti sentenze, come la n. 5786/2000 e la n. 33016/2014.
Analisi Giuridica – Avvocato Penalista Alessandro Salonia
L’art. 367 c.p. punisce chiunque, con simulazioni o altri artifici, denunci falsamente un reato, con la pena della reclusione da uno a tre anni. Tale norma tutela il buon funzionamento della giustizia, evitando che risorse vengano sviate verso indagini inutili. La Cassazione ha chiarito che la valutazione della verosimiglianza va fatta al momento della denuncia, escludendo elementi valutati successivamente.
Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva erroneamente considerato la mancanza di inganno concreto verso gli inquirenti, ignorando che la sola astratta possibilità di avviare un’indagine è sufficiente a configurare il reato.
Considerazioni Avvocato Penalista Milano
La Suprema Corte ha annullato la sentenza impugnata, rinviando il caso a un’altra sezione della Corte d’Appello di Cagliari per un nuovo esame, aderendo al principio secondo cui il reato sussiste se la denuncia non appare palesemente inverosimile.
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