La Cassazione del 2024 Definisce i Contorni del Reato
La Corte di Cassazione, Sezione Prima Penale, con la sentenza n. 33230 del 28 marzo 2024, ha offerto un’interpretazione chiave della fattispecie di revenge porn, punita dall’art. 612-ter c.p. Tale sentenza fornisce una chiara guida interpretativa su come debba essere individuato e accertato il dolo specifico richiesto dalla norma.
Il Principio di Diritto
Secondo la Suprema Corte, si configura il reato di revenge porn quando una persona, che abbia ricevuto o acquisito immagini o video sessualmente espliciti — anche dalla stessa persona ritratta —, li diffonde senza il consenso del soggetto rappresentato. È necessario che la condotta sia animata dal dolo specifico di recare danno alla vittima. Nel caso esaminato, la volontà dell’imputato era minare la reputazione della vittima, attaccando la sua moralità e ferendo la sua sfera familiare con offese mirate ai figli e al coniuge.

Cos’è il Revenge Porn e Come Si Configura
L’art. 612-ter c.p. è stato introdotto per sanzionare la diffusione non autorizzata di contenuti sessualmente espliciti con l’obiettivo di recare danno a una persona. La norma si applica anche nei casi in cui il materiale sia stato originariamente ottenuto con il consenso della persona ritratta, ma successivamente diffuso senza autorizzazione.
Avvocato Penalista Milano: Assistenza per casi di Revenge Porn
Il reato si configura in presenza di tre elementi principali:
- Acquisizione del materiale: Le immagini o i video possono essere ottenuti con o senza consenso. Nel caso specifico trattato dalla Cassazione, l’imputato aveva ricevuto volontariamente dalla vittima le foto incriminate.
- Diffusione non autorizzata: L’imputato ha divulgato le immagini intime della vittima a terzi senza il suo consenso, con il preciso intento di danneggiare la sua reputazione.
- Dolo specifico: La Corte ha sottolineato che per la sussistenza del reato è necessario il dolo specifico di arrecare danno, che si desume da elementi come il contesto della diffusione e i messaggi accompagnatori.
Il Caso Specifico: La Condotta Lesiva e il Contesto Familiare
La vicenda giudiziaria ha riguardato l’imputato, condannato per atti persecutori (art. 612-bis c.p.) e per revenge porn (art. 612-ter c.p.). Dopo la fine di una relazione extraconiugale, l’imputato ha messo in atto una serie di comportamenti molesti e minacciosi, culminati nella diffusione di una foto a seno nudo della vittima, inviata ai figli della stessa e ad altri conoscenti.
Le Reazioni della Vittima e le Conseguenze Psicologiche
La Corte ha evidenziato come tali condotte abbiano provocato un grave stato di ansia nella vittima, al punto da alterare le sue abitudini di vita. La donna, costretta a lasciare il domicilio familiare, ha visto distrutta la propria serenità, non solo a causa della diffusione del materiale intimo, ma anche per le offese e le minacce rivolte ai suoi figli e al marito.
Il Ruolo della Prova e le Contestazioni della Difesa
L’imputato ha sostenuto che la foto non avesse carattere sufficientemente scandaloso per essere qualificata come sessualmente esplicita. Tuttavia, la Cassazione ha chiarito che il giudizio sulla “sessualità esplicita” non si limita alla rappresentazione di atti sessuali o genitali, ma tiene conto del contesto in cui il materiale è stato diffuso e degli intenti del soggetto agente.
La Perizia Informatica: Richiesta Non Ammissibile
Un punto centrale della difesa ha riguardato la richiesta di perizia sui dispositivi mobili per dimostrare che l’imputato non aveva dolo. La Cassazione ha ritenuto tale richiesta non ammissibile, evidenziando che il rito abbreviato non consente l’introduzione di prove esplorative se non strettamente necessarie. Le dichiarazioni della vittima e i riscontri agli atti erano sufficienti a sostenere l’accusa.
Avvocato Penalista Alessandro Salonia: Difesa e Tutela nei Casi di Revenge Porn
La sentenza ribadisce che la diffusione illecita di immagini sessuali rappresenta una grave violazione della privacy e della dignità della persona. L’Avvocato Penalista Alessandro Salonia, con sede a Milano, offre una consulenza specializzata per chiunque si trovi coinvolto in casi di revenge porn, garantendo un’assistenza legale completa ed efficace.
Pene Previste per il Reato di Revenge Porn
L’art. 612-ter c.p. prevede una pena da uno a sei anni di reclusione e una multa da 5.000 a 15.000 euro. Le sanzioni possono essere aggravate se il reato è commesso da un coniuge o partner, anche non convivente, o se il materiale è diffuso tramite mezzi di comunicazione di massa, aumentando il potenziale danno alla vittima.
Lo Studio Legale Avvocato Alessandro Salonia del Foro di Milano, con un’esperienza approfondita nel diritto penale, è a disposizione per offrire assistenza specializzata nei casi di diffusione illecita di materiale intimo e altri reati correlati. Contatta lo studio per una consulenza qualificata.