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Non risponde al citofono: evasione dagli arresti domiciliari

    Sentenza n. 37672/2023 della Corte di Cassazione

    Non risponde al citofono: evasione dagli arresti domiciliari. La sentenza n. 37672 del 2023 della Suprema Corte di Cassazione affronta un caso di evasione dagli arresti domiciliari in cui l’imputato non ha risposto ripetutamente al campanello durante un controllo delle forze dell’ordine. La decisione conferma la condanna nei confronti dell’uomo basandosi sull’assenza di segnali di vita dalla sua abitazione, nonostante l’insistente tentativo dell’agente di polizia di ottenere una risposta.

    Evasione domiciliari - Avvocato Penalista Milano Alessandro Salonia

    Vicenda di Riferimento – Avvocato Penalista Milano

    Il fatto riguarda un uomo sottoposto agli arresti domiciliari, il quale ha omesso di rispondere al citofono durante un controllo serale effettuato dalla polizia giudiziaria. L’agente ha suonato per dieci minuti consecutivi senza ricevere alcun riscontro. In fase di giudizio, l’imputato ha sostenuto che la mancata risposta fosse dovuta all’assunzione di forti tranquillanti prescritti per una grave patologia, che lo avrebbero portato a non percepire il suono del campanello.

    Tuttavia, i Giudici di Cassazione hanno ritenuto la tesi difensiva poco credibile, poiché l’assunzione di tranquillanti non può giustificare un’assenza totale di percezione del citofono. Inoltre, il prolungato tentativo di contatto è stato considerato sufficiente a far presumere l’illegittima assenza dell’imputato dall’abitazione. Di conseguenza, è stata confermata la condanna per il reato di evasione.

    Evasione – Principio di Diritto

    Secondo il principio espresso dai Giudici di Cassazione, “l’allontanamento, senza autorizzazione, dal luogo degli arresti domiciliari può essere legittimamente desunto dalla mancata risposta al suono del citofono, attivato dalla polizia giudiziaria, nel corso di un controllo notturno, per un lasso temporale non irrilevante, nonché con modalità insistenti e tali da richiamare l’attenzione”. Questo principio risulta significativo perché stabilisce un criterio di valutazione della presenza dell’imputato agli arresti domiciliari in base alla risposta (o mancanza di risposta) agli strumenti di controllo esterni come il citofono.

    Riferimenti Normativi: Art. 385 c.p.

    Il reato di evasione è disciplinato dall’art. 385 del Codice Penale, che punisce chi evade dagli arresti domiciliari o dalla custodia cautelare, salvo vi sia giustificazione per l’allontanamento. La pena prevista è la reclusione da uno a tre anni, ma può essere aumentata qualora l’evasione venga commessa con violenza o minaccia.

    Considerazioni dell’Avvocato penalista Alessandro Salonia

    La sentenza in esame chiarisce come la mancata risposta al citofono possa costituire un indizio sufficiente di evasione. È fondamentale per chi si trovi agli arresti domiciliari comprendere l’importanza del rispondere prontamente ai controlli delle autorità.

    Conttata lo Studio Legale Avvocato Alessandro Salonia del Foro di Milano, offre consulenza legale qualificata per ogni problematica legata agli arresti domiciliari e al reato di evasione.