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Instagram adescamento e pornografia minorile

    Instagram adescamento e pornografia minorile

    Approfondimento Sentenza della Cassazione Penale n. 46535 del 2024

    Contesto della Vicenda Giuridica

    Instagram adescamento e pornografia minorile.Il caso riguarda un uomo che, fingendosi minorenne su Instagram, ha adescato ragazzine convincendole a inviare foto intime. Questa condotta, giudicata gravissima, ha portato alla sua condanna per adescamento di minorenni, pornografia minorile, detenzione di materiale pedopornografico e sostituzione di persona. La Cassazione, con sentenza n. 46535/2024, ha confermato le decisioni dei gradi inferiori, evidenziando la sussistenza del dolo specifico e l’aggravante della quantità di materiale pedopornografico detenuto.

    Instagram adescamento e pornografia minorile - Avvocato Penalista Milano- Avvocato Penalista Alessandro Salonia

    l Principio di Diritto Esplicitato

    La Cassazione ha confermato che:

    In tema di adescamento di minorenni, il dolo specifico può essere desunto da elementi oggettivi che provano il movente sessuale della condotta, nonostante la finalità dichiarata dell’imputato possa essere diversa.

    La Corte sottolinea che il dolo specifico non si identifica necessariamente con il soddisfacimento dell’istinto sessuale immediato, ma può consistere nel perseguire lo scopo di ottenere materiale pedopornografico, come avvenuto nel caso di specie.

    Elementi Fondamentali della Sentenza

    1. Adescamento di minorenni e dolo specifico (art. 609-undecies c.p.):
      L’adescamento è stato dimostrato attraverso il falso profilo Instagram, usato per ottenere immagini intime delle vittime. La Corte ha ritenuto sufficiente, per provare il dolo specifico, la finalità perseguita di acquisire materiale a sfondo sessuale.
      Questo principio si collega al consolidato orientamento giurisprudenziale che considera legittimo dedurre il movente sessuale della condotta da elementi oggettivi, senza richiedere una confessione esplicita da parte dell’imputato.
    2. Pornografia minorile e responsabilità dell’imputato (art. 600-ter c.p.):
      La pubblicazione delle immagini su Instagram è stata contestata come un fatto penalmente rilevante, nonostante la difesa sostenesse che la policy della piattaforma avrebbe impedito la diffusione di materiale pedopornografico. La Corte ha respinto questa argomentazione, affermando che il materiale acquisito fosse già di per sé sufficiente a configurare il reato.
    3. Detenzione di materiale pedopornografico e aggravante dell’ingente quantità (art. 600-quater c.p.):
      La detenzione di 158 DVD contenenti immagini e video a sfondo pedopornografico ha giustificato l’applicazione dell’aggravante per quantità ingente. Secondo la giurisprudenza costante, questa aggravante si basa non solo sul numero di supporti, ma anche sul volume di immagini effettivamente presenti.
    4. Sostituzione di persona (art. 494 c.p.):
      La Corte ha evidenziato come l’imputato abbia falsificato la propria identità online, spacciandosi per un minorenne per guadagnarsi la fiducia delle vittime. Tale condotta integra chiaramente il reato di sostituzione di persona.

    Argomentazioni Difensive e Rigetto della Cassazione

    L’imputato aveva presentato ricorso sostenendo che:

    1. Non fosse dimostrato il dolo specifico per l’adescamento.
    2. Le foto pubblicate su Instagram non rientrassero nella definizione di materiale pedopornografico.
    3. L’aggravante dell’ingente quantità fosse applicata in modo eccessivo.

    La Corte ha ritenuto tali argomentazioni infondate, evidenziando come:

    • Gli atti e le dichiarazioni dell’imputato dimostrassero chiaramente il dolo specifico.
    • La quantità e il contenuto delle immagini sequestrate non lasciassero spazio a interpretazioni.
    • L’imputato avesse implicitamente ammesso i fatti, rendendo le sue contestazioni irrilevanti.

    Riflessioni Giuridiche – Avvocato Penalista Milano

    Questo caso sottolinea l’importanza della tutela dei minori nell’ambiente digitale, ove è sempre più frequente l’utilizzo di strumenti tecnologici per compiere reati gravi. La decisione riafferma il principio secondo cui la responsabilità penale per pornografia minorile e adescamento non può essere attenuata da pretestuose giustificazioni legate all’ambiente digitale.

    Articoli di legge rilevanti:

    1. Art. 609-undecies c.p.: adescamento di minorenni, punito con reclusione da 1 a 3 anni.
    2. Art. 600-ter c.p.: pornografia minorile, con pene da 6 a 12 anni di reclusione.
    3. Art. 600-quater c.p.: detenzione di materiale pedopornografico, con pene da 1 a 5 anni.
    4. Art. 494 c.p.: sostituzione di persona, punita con la reclusione fino a 1 anno.

    Implicazioni Pratiche – Avvocato Penalista Alessandro Salonia

    • I social network, benché regolati da policy severe, possono essere strumenti di reati gravi.
    • La giurisprudenza dimostra tolleranza zero verso la detenzione di materiale pedopornografico e l’adescamento online.
    • È fondamentale educare i minori e i genitori sui pericoli digitali per prevenire queste condotte.

    Considerazioni finali

    Questa sentenza rappresenta un esempio della fermezza della giurisprudenza italiana nel combattere i reati contro i minori, specialmente quelli legati alla sfera digitale. Lo Studio Legale Salonia è a disposizione per offrire supporto legale qualificato su queste tematiche.

    Lo Studio Legale dell’Avvocato Penalista Alessandro Salonia del Foro di Milano,garantisce consulenza legale esperta su pornografia minorile e reati online. Contatta lo studio per una consulenza personalizzata.